Conformemente a quanto stabilito dall’articolo 17 del General Data Protection Regulation (GDPR oppure in italiano come Regolamento Europeo sulla Privacy), le persone godono del diritto all’oblio e, pertanto, del diritto di richiedere la cancellazione dei dati personali ai titolari che si occupano del relativo trattamento. Nel contesto della rete, sono “responsabili del trattamento dei dati personali”. Questi non possono occuparsi, nello specifico, del trattamento dei dati sensibili e, stando alle disposizioni previste dal Regolamento Europeo, in modo immediato, devono cancellare notizie dal Web, procedendo con la “deindicizzazione del link”, relativamente a quella notizia e alla pagina web che ne diventa il contenitore.
Per godere del diritto di cancellare notizie da Google, con particolare riferimento alle notizie di cronaca, è necessario che si concretizzino alcune precise condizioni.
Il riconoscimento del diritto all’oblio risale al 13 maggio 2014, quando la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si pronunciava positivamente nei confronti di Mario Costeja Gonzàlez e dell’Autorità spagnola per la protezione dei dati, relativamente al processo C 131/12 contro Google Spain SL e Google.
In questa sede, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ordinato a Google di rimuovere tutti i contenuti, i dati e le notizie in riferimento ad una vecchia questione in cui Gonzàlez era coinvolto nei confronti del fisco, poiché dannose e lesive per la sua immagine.
Dalla pronuncia della Corte di Giustizia di Europe su questo primo caso, gli organi europei hanno lavorato per la realizzazione del General Data Protection Regulation (GDPR), mentre in Italia è stata introdotta la Legge Cartabia.

Cosa fare per rimuovere una notizia da Google

Per eliminare notizie da Google è importante procedere con la compilazione del Modulo di richiesta per la rimozione di informazioni personali, che richiede di inserire questi elementi:

  • dati personali e definizione dei rapporti con il richiedente (in questo caso, solo se il modulo viene inviato da terze persone);
  • i URL associate a contenuti e alle notizie che si desidera far rimuovere;
  • le motivazioni della richiesta, evidenziando le leggi vigenti nel paese di origine e quali sono i contenuti ritenuti lesivi nel contesto di riferimento.
  • il nome, la spunta sui consensi e la firma.

Non appena il modulo giunge a Google, quest’ultimo assegna un codice di riconoscimento alla richiesta, invierà una mail di conferma e comunicherà la presa in carico della richiesta, assicurando un pronto intervento e, allo stesso tempo, eventuali contatti per informazioni più approfondite.
Google non ha studiato un modulo di richiesta per eliminare risultati personali a cui poter aggiungere allegati. E, per questo motivo, sarebbe opportuno scegliere una di queste strade:

  • suddividere le URL in più gruppi, così in ogni gruppo sono inseriti i collegamenti alle differenti fasi della vicenda di cui rimuovere i link. Questa prima strategia può essere utile per richiedere la cancellazione di notizie false o obsolete, riferite a processi;
  • caricare una cartella sul Google Drive, inserendo l’impostazione “Chiunque abbia il link”, copiando ed incollando il link della stessa all’interno del form in cui trascrivere le motivazioni della richiesta a Google.

Cosa fa Google di fronte alla richiesta di rimozione di notizie da Internet

Alla ricezione della richiesta, Google mette in atto una prima fase di esplorazione, accettando l’incarico e aggiungendo questo messaggio: “Rimuoveremo queste URL dai risultati di ricerca per le query relative al nome del suo cliente. Interverremo nel suo paese e in altre versioni europee della Ricerca Google. Potrebbero essere necessarie alcune ore per applicare questa modifica”.
Al contrario, Big G potrebbe negare la richiesta di rimozione, affermando che “al momento non possiamo intraprendere alcuna azione in merito alla rimozione di queste URL […] Sulla base delle informazioni a nostra disposizione in questo momento, Google LLC ha deciso di non prendere provvedimenti in merito a queste URL”. Qualora la richiesta non abbia esito l’utente potrà adire all’Autorità per la protezione dei dati, presentando anche una copia della richiesta già inoltrata a Google.

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