L’uomo non è culturalmente preparato per essere una specie “ecosostenibile”. Nelle sue azioni non si crea nessun pensiero sulle conseguenze dell’ambiente che lo circonda. Innatamente non ha rispetto per la natura o delle altre specie viventi. L’uomo è una specie “consumistica”
Quante persone, durante un acquisto o un viaggio, ponderano la propria “impronta ecologica”?
L’uomo si preoccupa delle risorse naturali che utilizza (o spreca), dell’effetto serra che produce con la sua attività o della quantità di rifiuti che produce?
Perchè cambi questo paradigma e la risposta a queste domande non sia più “mai”, è fondamentale una rinnovata strategia che direzioni l’attenzione delle persone da loro stesse all’ambiente. Incrementando la nostra ecosostenibilità e la nostra cultura ambientale.


Politiche ambientali sostenibili


Con questo focus negli ultimi anni, le aziende a livello locale ed internazionale hanno iniziato ad adottare politiche ambientali più sostenibili. Aumentando l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e l’impiego efficiente delle risorse, è implementato il concetto di “economia circolare” e le pratiche del riciclo e riutilizzo, come ad esempio la promozione della mobilità sostenibile a livello europeo con lo scopo di conservare e tutelare il territorio e diminuire l’inquinamento.
Affinchè si possa misurare l’efficacia delle azioni messe in atto, si utilizzano gli indicatori di sostenibilità ambientale:

  1. Indicatori descrittivi: che indicano la situazione reale dei problemi ambientali, come ad esempio, le emissioni di CO2;
  2. Indicatori di prestazione: espongono il risultato ottenuto rispetto all’obiettivo preposto, come ad esempio, la % di raccolta differenziata effettuata sul totale;
  3. Indicatori di efficienza: dimostrano il rapporto tra un risultato ambientale raggiunto, come ad esempio, la riduzione delle emissioni atmosferiche, e le risorse economiche utilizzate per ottenerlo;
  4. Indicatori del benessere totale: impiegati per misurare la sostenibilità totale, intesa anche come “impronta ecologica”.

L’Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile


Con l’obiettivo l’intento di proteggere l’ambiente e rendere le attività umane più sostenibili, nel 2015 i paesi membri dell’ONU hanno firmato l’Agenda 2030. L’agenda contiene 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, tre dei quali dedicati al tema della sostenibilità ambientale: l’Obiettivo 13, “Agire per il Clima”, il 14 “La vita sott’acqua” ed il 15 “La vita sulla terra”.


Obiettivo 13, 14 e 15


L’Obiettivo 13 si occupa a 360° della crisi climatica. Il suo fine è quello di promuovere delle azioni urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze, e per rafforzare la resistenza e la capacità di adattamento dei paesi.
Le nazioni sono chiamate ad adottare misure di protezione del clima nelle politiche nazionali, prestandosi mutua assistenza. Per i paesi sviluppati, è previsto l’impegno a mobilitare fondi monetari per aiutare i paesi in via di sviluppo nell’adattamento alla crisi climatica. Inoltre, l’Obiettivo ha l’intento di migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità istituzionale in materia di adattamento, mitigazione e riduzione di impatto ambientale.
Analogamente, gli altri due Obiettivi (14 e 15), si interessando nel dettaglio della protezione degli ecosistemi marini e terrestri, promuovendo un uso durevole delle risorse naturali.
La loro finalità è quella di ridurre tutti i tipi di inquinamento marino e l’acidificazione dei mari, e di bloccare le attività di pesca eccessiva, distruttiva, illegale e non regolamentata.
Sulla Terra, invece, si vuole impedire la deforestazione ripristinando le foreste degradate, circoscrivere la desertificazione, bloccare il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità, ponendo anche fine al bracconaggio ed al traffico di specie animali e vegetali protette.


E noi? Cosa possiamo fare


Mentre gli Stati sono impegnati nel rispettare l’Agenda 2030, anche l’uomo nella sua quotidianità può e deve fare qualcosa. È auspicabile iniziare ad acquisire coscienza sulle conseguenze che le nostre azioni generano sull’ambiente, e su come migliorare nel tempo, le nostre abitudini per limitare gli impatti negativi causati dall’uomo.
Il patrimonio della Terra non è infinito. È basilare utilizzarlo in modo “responsabile” e “cosciente”. In modo tale da soddisfare le nostre necessità, senza pregiudicare la capacità delle future generazioni di soddisfare le loro necessità.
E’ necessario imparare a custodire le risorse naturali ed utilizzarle senza sprechi, nel rispetto degli ecosistemi e della biodiversità, a vivere in armonia con l’ambiente che ci circonda, dal momento che un mondo non inquinato è un mondo migliore per tutti.

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